Propongo la
lettura di un libro di cucina e mi ricordo di Papa Francesco nella sua
Esortazione apostolica Evangelii Gaudium:
«Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare
il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia
dell’esclusione e della inequità”. Questa economia uccide. Non è possibile che
non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere
per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è
esclusione. Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è
gente che soffre la fame. Questo è inequità. Oggi tutto entra nel gioco della
competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più
debole. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse di popolazione si
vedono escluse ed emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di
uscita. Si considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che
si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto”
che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno
dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo: con
l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla
società in cui si vive, dal momento che in essa non si sta nei bassifondi,
nella periferia, o senza potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati”
ma rifiuti, “avanzi”» (53).
Il libro è
“Le nuove ricette del cuore”, a cura di Carla Sacchi Ferrero. Blu edizioni. €
10,00: una simphonia di odori e
sapori di altri tempi, in cui 25 Autori, ciascuno con propria ricetta,
propongono ricordi importanti della loro infanzia, oltre la foto di quand’erano
piccini...
Un libro di
“cucina ecumenica” giacché questi personaggi appartengono a varie Regioni
nazionali e altri Paesi del mondo.
Un progetto
editoriale che punzecchia uno dei tanti talloni di Achille della nostra
società: lo spreco e la diseguaglianza, “inequità” sociale, come la definisce
Papa Francesco.
Non
dimentico che viviamo l’Anno giubilare della Misericordia. Misericordia che non
è soltanto “perdonare” ma accoglimento dell’altro
come tessera dell’enorme puzzle che è l’Umanità in cammino verso la
Cristificazione dell’Universo.
Un libro la
cui vendita “alimenta” le attività di recupero e di redistribuzione del cibo
della Fondazione Banco Alimentare Onlus, «che con la collaborazione di un
piccolo esercito di volontari raccoglie e distribuisce migliaia di tonnellate
di eccedenze alimentari a chi ne ha bisogno in tutta l’Italia. Chi non conosce,
per esempio, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare?».
Tra questi
Autori ci sono nomi grossi: Alberto
Bevilacqua e lo stracotto parmense che riuscirà bene alla zia Maria perché
glielo hanno detto i tarocchi; poi c’è il padre
del Commissario Montalbano che propone la “munnizza” siciliana di Elvira, detta
materfamilias: una sorta di «panettone
variopinto» che l’anziana nonna di Camilleri portò “coraggiosamente” sulla
tavola dopo l’ammutinamento della famiglia che – seppure in pieno secondo
conflitto mondiale – «si scatenò al grido: “Basta verdura!”».
Si uniscono
alla schiera dei ricordi Sergio Chiamparino e Cristina Comencini, il defunto
Faletti ed Elena Loewenthal, Folco Quilici, Lidia Ravera e molti altri.
Sono
ricordi lontani ma li sentiamo vicini, in mezzo a noi, grazie al linguaggio da focolare che gli Autori
usano liberandosi della fama che li ha resi quasi inavvicinabili.
Personalmente
lo raccomando per una lettura quasi “terapeutica”, dell’animo, naturalmente.
Perciò, la
posologia che suggerisco è: una ricetta il
giorno.
Per
togliere le cose inutili d’intorno.
E riappropriarci
dei valori della famiglia che si ritrova attorno a una
tavola per rinsaldare i legami e le tradizioni in pericolo di estinzione…
Oreste Mendolìa Gallino